I’M5S porta al suo interno, dal momento della sua nascita,
il seme
dell’autodistruzione.
Un po come un software che all’interno del suo stesso programma
abbia già scritto e codificato le istruzioni che ne decreteranno, ad un certo
punto dell’esecuzione, la propria auto distruzione, lasciando alla fine uno
schermo nero e lo spegnimento del PC.
Non saranno ne le idee ne i presupposti, per altro condivisibili, per
ciò che cercano di perseguire, che azzereranno in un’apoteosi finale l’utopia
delle proprie regole di vita.
La democrazia rappresentativa è una forma
di governo nella quale gli aventi diritto eleggono dei rappresentanti per
essere governati.
La democrazia diretta è la forma di
democrazia nella quale i cittadini, in quanto popolo sovrano, sono direttamente
legislatori ed amministratori della cosa pubblica.
La democrazia diretta è oggi possibile con
l'utilizzo della rete, ma non può oggi esistere poichè il nostro sistema è
rappresentativo e no ne prevede quindi gli strumenti di gestione e di sopravvivenza.
Un movimento che basa la sua nascita ed il
suo sviluppo nel nome della democrazia diretta non dovrebbe entrare nel
meccanismo della democrazia rappresentativa se non con l’intento unico di far
collassare quel tipo di sistema politico e sostituirsi ad esso senza subirne le
contaminazioni. Il solo entrare ed il partecipare ad una democrazia
rappresentativa, accettandone quindi le regole, porterà automaticamente a
rinnegare i presupposti originali venendone direttamente contaminata e
costretta a cedere ad i suoi compromessi.
Il M5S ha ottenuto con le ultime elezioni
un cospicuo numero di deputati e senatori che nella democrazia rappresentativa
sono i liberi portavoce di chi li ha delegati. Questi delegati non sono però nella
democrazia rappresentativa né obbligati né costretti da nessuna legge a dover
rendere conto a qualcuno o a qualcosa nel momento in cui saranno tenuti a
partecipare ed a decidere all’interno della camera e del senato.
Ciò che accadrà e che sta già accadendo è
proprio quello che ho anticipato, il movimento si scioglierà politicamente come
neve al sole nel momento in cui cominceranno, come di diritto, a prendere
decisioni autonome rispetto alla propria stessa base. Pura utopia oggi
pretendere di prendere decisioni online da parte della base sperando che gli
eletti si tramutino in semplici “spingi bottoni” in nome e per conto di qualcun
altro.
Ricordo il detto di alcuni anni fa “l’utopia
al potere”, possiamo anche ammettere che in un momento di dissenso generalizzato
la protesta si sia coagulata in parte portando “l’utopia al potere”
decretandone al contempo la sua stessa morte.
Vorrei non lanciare soltanto una visione
catastrofistica della situazione attuale valutando delle possibili vie di fuga alla
trappola che lo stesso movimento 5 stelle si è autocostruito.
L’unica via di uscita sarebbe quella, in
realtà già proposta da Bebbe Grillo, di non partecipare alla spartizione del
potere che la democrazia rappresentativa concede al suo interno, e da
spettatore esterno cercare di portare avanti e realizzare, di volta in volta le
proprie idee ed aspirazioni di cambiamento in funzione del proprio peso
elettorale mantenendo “l’utopia al potere”.
Inutile da parte della base del M5S evocare
democratiche votazioni online, che qualora fossero possibili e gestibili, si
scontrerebbero sempre col tradurre tali votazioni in voto univoco all’interno
della camera e del senato. Non riesco ad immaginare circa centoventi “peones”
che vanno a spingere il bottone in nome e per conto di chi abbia vinto, di
volta in volta, la democratica votazione online. Altra possibilità è quella di trasformarsi, rinnegando le origini, in un partito con precise regole interne onde poter perseguire il proprio programma politico.
Probabilmente la mia valutazione della
situazione attuale è molto pessimista, spero di dovermi ricredere o che almeno
prima della fine si sia riusciti a cambiare almeno alcune cose sulle quali la
maggioranza degli italiani concordano.