martedì 20 dicembre 2016

MANIFESTAZIONE ALLA PROTOMOTECA - LUCI ED OMBRE





Ieri alla manifestazione nelle sala della Protomoteca al Campidoglio si è scritta una brutta pagina nei confronti del nostro Club.

Ho pensato molto se scrivere o meno su i fatti accaduti ieri durante le premiazioni o se parlarne durante la nostra festa di Natale.

Ho preferito scrivere qui come la penso non volendo rovinare la nostra festa.

Una pessima organizzazione della manifestazione  ieri ha tolto ai nostri ragazzi quanto a loro dovuto. Siamo stati chiamati per primi ed una conduzione a dir poco inadatta non mi ha dato neanche la possibilità di dire due parole (non mi è stato dato neanche il microfono) ed  i nostri ragazzi non sono stati chiamati a ricevere i giusti applausi per i loro risultati.

Non conoscendo il protocollo li per li mi sono trovato molto disorientato ed indispettito per come sono andate le cose, eravamo ospiti e questo inizialmente mi ha molto frenato. Queste manifestazioni sono fatte per dare il giusto risalto ai ragazzi che tanto si impegnano per cercare di ottenere risultati e per questo motivo eravamo stati invitati, l'eccellenza dalla scherma romana.

Altri dopo di noi avendo visto come andavano le cose si sono potuti muovere diversamente.

Ho riportato le nostre rimostranze per come si sono svolti i fatti, in zona cesarini i nostri ragazzi sono stati richiamati per la foto di rito, ma il danno ormai era stato fatto. Inutile ribadire quanto ci sia rimasto male.

Ho comunicato all’organizzazione della manifestazione che il Club, stando così le cose, non parteciperà più a questo tipo di manifestazioni.

Tutti i ragazzi ieri presenti avranno il loro giusto collocamento durante la nostra festa.

mercoledì 30 novembre 2016

UNA PROPOSTA AI PRESIDENTI ED ALLE SOCIETA' DI SCHERMA DEL LAZIO




Chiuso il capitolo delle elezioni federali cominciamo a parlare di scherma.

In questi giorni mi è venuto in mente di creare nel Lazio un circuito (torneo) regionale GPG alle tre armi.

Il Lazio ha molte società di scherma tutte ad un buon livello tanto che le nostre gare GPG sono quasi gare nazionali per livello tecnico.

La proposta che faccio a tutti i Presidenti del Lazio quindi è la seguente.

Premetto che tale circuito potrebbe partire dal prossimo anno agonistico, con una o due prove pilota da inserire eventualmente prima della fine di questo anno.

Lo scopo sarebbe quello di avere un torneo regionale con in palio un titolo sia per gli atleti che per le società partecipanti e che si possa svolgere su tre o quattro tornate e di poter avere quindi una continuità di allenamento e confronto anche dopo la finale di Riccione.

Nel Lazio abbiamo sia i numeri che le professionalità per realizzare questa idea. La prima cosa da capire e se una tale iniziativa possa interessare.

La prima fase sarebbe quella di una riunione con almeno quattro società partecipanti per creare un comitato organizzatore permanente che possa valutare sia la possibilità della realizzazione di questo progetto sia per poterlo gestire e sia per definirne il regolamento. Le regole è bene farle assieme, valutando e confrontando le idee e le proposte di tutti.

Nessuna società di scherma del Lazio è esclusa dal progetto e/o dal potervi partecipare.
L’utilità per le nostre società è quella di avere un torneo nel Lazio di un certo spessore a bassi costi di trasferta per i nostri tesserati, dando la possibilità ad i nostri atleti di potersi confrontare e crescere tecnicamente.

Entro gennaio 2017 se fosse possibile e se il progetto possa interessare vorrei fare una prima riunione nella sede del Club Scherma Roma.

Il primo passo è quindi quello di capire quali sono le società del Lazio eventualmente interessate a questo progetto, a questo scopo indico ai Presidenti la mail ove contattarmi se interessati : presidenza.club@club-scherma-roma.it
 
Vi terrò informati sugli sviluppi, sulle eventuali adesioni e se il progetto possa piacere o meno. Parliamone e come si dice “se son rose fioriranno”.

Sergio Brusca

martedì 29 novembre 2016

AFFINITA' ELETTIVE ... LA VECCHIA POLITICA DI RINALDI da Tonucci a Seminara




Caro Ezio, siccome non sono uno stupido, ero certo di un “tuo” articolo nel merito e quindi ti aspettavo al varco.

Immancabilmente l’articolo è arrivato, pensavo facessi passare un po più di tempo prima di pubblicarlo ma, al contrario, hai bruciato i tempi. Anche io posso raccontare tante cose e molte che non conosci.

Sicuramente ricorderai che quando il Presidente Mario Tonucci decise di scendere in campo io ero vicepresidente del Club e per molti aspetti ero la persona che si occupava della gestione interna e non mi occupavo di politica federale, ambito da sempre strettamente di competenza del presidente.

Prima di chiarire alcuni punti, soprattutto per chi non è a conoscenza di alcune dinamiche interne, voglio  ringraziare il Presidente Tonucci per quello che ha fatto per il nostro Club, è stato un ottimo presidente ed anche con il mio modesto contributo ha riportato il Club tra le società più importanti nella scherma italiana.

Verso la fine della presidenza Tonucci era risultato a noi chiaro che qualcuno stava spingendo il Presidente Tonucci a cercare di fare il salto verso la presidenza federale.

Ci furono all’epoca molti incontri all’interno del Club, sia con me, sia in consiglio direttivo, sia con lo staff Tecnico; da noi i tecnici contano.

La linea interna generale era quella di non condividere quel passaggio politico, in molti lo sconsigliammo. Dall’esterno molti invece lo spingevano a percorrere la strada della candidatura.

Il Presidente Tonucci comunque decise di percorrere quella strada, era assolutamente libero di farlo, gli fu consigliato, anche dal sottoscritto, di farlo comunque non da Presidente del Club Scherma Roma, politicamente anche a me sembrava più opportuno. Personalmente ero convinto fosse anche più saggio andare per gradi e cercare, prima, di entrare in consiglio federale, per due motivi fondamentali, il primo per farsi conoscere e secondariamente per capire dall’interno come funziona una federazione.

Mi sembra ovvio sottolineare che il sottoscritto non poteva che accettare la decisione politica come la dovettero accettare i nostri tecnici; si decise quindi di restare al fianco del presidente pur consci delle problematiche e constatarne le reali capacità di portare avanti quel progetto.

Io mi continuai ad occupare anche del sito del Club e approntai su indicazioni del Presidente la “Scherma del Futuro”. Avevo fatto presente che la comunicazione era un passaggio comunque fondamentale.

Si arriva, quindi, dopo varie riunioni all’Assemblea Straordinaria, già in quel momento la situazione aveva cominciato a deteriorarsi anche all’interno del Club.

Dopo l’Assemblea Straordinaria, a fine gennaio, i problemi interni, a causa di quella scelta, si accentuarono ancor più. Inutile dire quanti tentativi furono intrapresi per cambiare quella linea politica. La situazione precipitava sempre più rapidamente e a niente valsero i miei vari tentativi.

Molti sanno come sono andate le cose, Il presidente Tonucci ascoltava più le voci esterne che quelle interne, al punto che cercò, verso la fine, anche di limitare con varie iniziative le mie competenze, cercando così di portarmi alle dimissioni.

Tra il luglio e l’agosto successivo ebbi molti incontri con Mario Tonucci ed alla fine constatando che non avevo più alcuna possibilità di farmi ascoltare decisi di dimettermi, dalla vicepresidenza e dal consiglio direttivo, alla riapertura del Club a settembre.

Credo in questa vicenda di essere stato molto onesto, sono stato vicino al mio presidente finchè ho potuto, quando ho capito che non si poteva più andare avanti per quella strada e che soprattutto le conseguenze le avrebbe patite anche la mia società decisi di tirarmene fuori. Il malcontento interno in quei momenti era alle stelle.

Il seguito credo che tutti lo conoscete.

Cosa ho imparato da tutta quella vicenda ? La prima cosa che ho imparato è che non si possono cavalcare i malcontenti per interesse personale, secondariamente che per intraprendere una così importante decisione come quella di presentarsi alla più alta carica federale bisogna prima esserne fermamente convinti, nell’interesse generale, essere ben organizzati ed ottenere una larga convergenza su progetti ed aspettative. 

Per ultima cosa “il nuovo” non è detto che sia necessariamente migliore del “vecchio” e che a volte il “nuovo” è più vecchio del “vecchio”.

Caro Ezio, bisogna che te ne fai una ragione, la tua strada non porta da nessuna parte e ne abbiamo avuto molte dimostrazioni, in questi ultimi tempi, a partire da Tonucci fino a finire a Seminara. In ultimo le cose si fanno per e non contro. 

Alla fine riporto dal blog di Ezio Rinaldi a firma Fileccia : “Dopo che il sig. Brusca è riuscito a conquistare il posto dell’avv. Tonucci è calato un silenzio tombale”.

Chi scrive non è a conoscenza di come andarono le cose, io mi dimisi, i Tecnici ritirarono la loro fiducia al Presidente Mario Tonucci e cercarono un nuovo consiglio direttivo ed in seguito mi chiesero se fossi disponibile a presentarmi come Presidente.
Accettai, ponendo come unica condizione di arrivare alla scadenza naturale del ciclo olimpico, quindi per un solo anno e di potermi successivamente dimettere ed andare a nuove elezioni.

Cosa che avvenne e le nuove elezioni mi confermarono alla Presidenza del Club.

La linea politica del Club ovviamente cambiò e non poteva essere altrimenti, questa dal mio punto di vista è “lotta politica” e democrazia interna.

Tanto per precisare cito alcune righe pubblicate, all'epoca, in questo blog nella mia lettera di dimissioni :  " ... non potendo più condividere la linea politica, gestionale ed organizzativa, del nostro Club, che il nostro Presidente Mario Tonucci ha inteso indicare e perseguire."

Caro Ezio tu scrivi: “Solo una considerazione: la coerenza è un valore che non appartiene a tutti.”. Posso sottoscrivere quello che dici e premesso che non mi sento di aver cambiato opinione, c’è anche un detto che dice “solo i morti e gli stupidi non cambiano idea”, se dovessi scegliere tra le due frasi preferirei non essere morto e non essere stupido.

Una breve risposta al sig. Fabrizio Orfini : se mi conoscesse bene saprebbe che non sono pilotabile, da nessuno, il mio blog esiste dal 2010 e lo utilizzo soltanto quando ho tempo e quando ho qualcosa di personale da voler dire, non importa il campo, e a conferma ne può scorrere i vari titoli. Il mio blog quindi nasce prima di quello di Rinaldi e non per l'occasione.

La mia è una disamina di fatti, sicuramente personale, ma comunque non mirata ad Ezio Rinaldi, bensì alle politiche di Ezio Rinaldi, cosa ben diversa, che piaccia o meno.

Il mio è un Blog e non una Piazza motivo per cui, ovviamente, vi pubblico solo io.

Sono contento che lo leggiate e che lo leggano anche altri, infatti devo dire che gli articoli sono stati seguiti con un certo interesse, sinceramente non cerco condivisioni e non ho bisogno di supporters che spalleggino ciò che scrivo. Ci metto la mia faccia e soltanto la mia. 

Se il sig. Fabrizio Orfini, che non conosco, si trovasse a passare da Roma mi contatti pure che Le offro un caffè e magari Le racconto alcuni miei punti di vista e magari parliamo anche di scherma. 

In fine un ultimo dettaglio che a qualcuno è sfuggito, non sto facendo polemica sto facendo politica.

Politicamente parlando Ezio Rinaldi, da anni, “pilota” la sua strategia politica verso il suo obiettivo, ciò non significa che "piloti" le singole persone di cui riesce a circondarsi.

Credo sia molto chiara la differenza o qualcuno ha la coda di paglia ?

In conclusione niente di personale contro Ezio Rinaldi unicamente non condivido le sue scelte.





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sabato 26 novembre 2016

ELEZIONI FEDERALI ... POLITICAMENTE PARLANDO





Ovvero, come ho visto io questa tornata elettorale per la presidenza della FIS.

Dopo le elezioni federali del 20 novembre 2016 forse è il caso di fare un po di dietrologia sugli avvenimenti degli ultimi anni.

Ezio Rinaldi arriva da molto lontano, in sintesi è passato per i vari gradi di dirigente federale, Consigliere Regionale, Consigliere Federale, Vice Presidente Federale,  fino alle sue dimissioni dal consiglio direttivo qualche anno fa. 

Sicuramente non si può certo dire che sia un volto “nuovo” sulla scena della scherma italiana.

Dopo le sue dimissioni dal consiglio della federazione scherma si pone al centro di una possibile alternanza ai vertici federali, prima con Mario Tonucci, del quale io ero vicepresidente ed al quale davo le mie dimissioni non condividendone più, ad un certo punto, la gestione tecnica e politica.

Finita l’esperienza con Mario Tonucci, Ezio Rinaldi decise di intraprendere personalmente la corsa alla presidenza federale.

In quel tempo, da alcuni, mi venne proposto di presentarmi come presidente federale, cosa che non accettai, ritenendo più importante, ormai eletto presidente del Club Scherma Roma, di seguire il mio Club non condividendo il fatto di essere, in partenza, espressione di una parte delle società schermistiche italiane e non essendo quella una mia scelta, ragionata e già maturata.

Torniamo ad Ezio Rinaldi, in fin dei conti la mia storia personale ha poca importanza.

Ezio Rinaldi decise quindi di presentarsi in prima persona come concorrente alla poltrona federale, i risultati susseguenti lo videro però perdente contro Giorgio Scarso.

Si potrebbe pensare che l’esperienza ed il tentativo di Ezio Rinaldi si fosse concluso con quelle elezioni perse. Non era così.

Nel Lazio comunque si sapeva che Ezio Rinaldi era sempre sulla breccia, presenziando gare ed incontri, cercando consensi e pensando come poter ripresentare una squadra, pur senza il suo nome. 

In quell’ affannosa ricerca, il problema era il vulnus iniziale dal punto di vista politico, per come la vedo io, un candidato alla presidenza deve voler mettere con convinzione la propria esperienza e le proprie capacità al servizio di una causa e quindi muoversi in autonomia e nei giusti tempi proponendo un programma e valutando gli eventuali consiglieri, non si può fare il contrario, ovvero qualcuno che non si candida cerca chi possa candidarsi a presidente ed organizzargli un’eventuale squadra.

Il secondo tipo di approccio ha portato a tutto quello che abbiamo vissuto in queste ultime votazioni federali.

Abbiamo visto così il susseguirsi di diversi possibili candidati alla presidenza che, in seguito, chi prima e chi poi, arrivavano alla stessa conclusione, decidere di non presentarsi. I motivi degli abbandoni non li conosco ma li posso tutti intuire.

L’Avv. Francesco Storace, il penultimo in ordine di tempo, è quello che è stato sulla breccia per più tempo. Il tempo passava, i termini per la presentazione della candidatura si avvicinavano sempre più, ma l’atto formale continuava a non arrivare.

Personalmente ho sempre sostenuto che alla fine anche Francesco Storace non si sarebbe candidato, non certamente per sue incapacità, ma soltanto perché intuivo le problematiche interne al gruppo che lo aveva cercato, offrendogli la candidatura. 

Alla fine qualcosa di importante deve essere accaduto, tanto da far decidere anche all’Avv. Francesco Storace di fare il passo indietro che tutti conosciamo.

Io inviterei tutti a riflettere su ciò che è accaduto augurandomi che una simile pantomima non si possa e non debba nuovamente proporsi in futuro. Tutto ciò che è accaduto tra i competitors mi sembra ben altro che il “nuovo”, bensì gli ultimi rigurgiti di un passato remoto, di una politica che ritorna e che si rifà a tempi precedenti al presidente Giorgio Scarso.

Con questi presupposti non poteva che finire tutto se non come è finito.

Questa è una mia personale visione dei fatti accaduti e vista la conclusione finale delle elezioni, sinceramente, mi convinco sempre più che la “base” ha scelto con convinzione nel segreto dell’urna. I numeri finali ci dicono questo.

Spero e mi auguro che con questa seconda esperienza di Ezio Rinaldi si possa dire conclusa questa vecchia politica e che in futuro ci siano eventuali competitors che, consci delle proprie idee e dei propri obiettivi, possano agire e proporsi in totale autonomia. 

Per finire vorrei chiarire l’ultima perla letta sul blog di Rinaldi : “Ed è un gran peccato che le persone, atleti e maestri, che a settembre hanno voluto farsi eleggere a rappresentare le loro rispettive categorie, all'elezione non abbiano ritenuto di doversi presentare. Nemmeno per delega.”. Probabilmente chi scrive non sa che i grandi elettori in qualità di delegati non possono rilasciare delega.

Alcuni maestri e tecnici presenti, visti i voti espressi dopo lo scrutinio del presidente, sono andati via anche perché era chiara ed inevitabile l’elezione in sede federale dei due atleti e del tecnico, non avendo essi alcun competitors. Bastava anche un sol voto per eleggerli.



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