domenica 17 marzo 2013

IL PARTITO CHE NON C'E'





I dubbi e le perplessità sollevate subito dopo le elezioni cominciano a concretizzarsi.

Il M5s nasce con mille anime e con una vocazione evidentemente “rivoluzionaria”, al suo interno però albergano mille posizioni politiche, dall’estrema destra all’estrema sinistra, raccogliendo sotto lo stesso tetto diverse spinte popolari e populistiche.

Era evidente ed alquanto scontata la difficoltà da parte di Grillo di poter riuscire a tenere assieme tutte queste anime mantenendo le varie spinte politiche in un’unica grande sfera “rivoluzionaria” e pacifica. La tanto voluta rivoluzione di Grillo che doveva, dall’esterno, dare la famosa spallata al sistema, ormai profondamente corrotto ed inaffidabile, deve fare adesso i conti col “Palazzo”.

I movimenti che esprimono esigenze popolari e rivoluzionarie funzionano ed hanno motivo di esistere finchè si collocano all’esterno del sistema e lo combattono senza alcuna commistione col potere istituzionalmente insediato.

All’interno del palazzo le varie anime vengono inevitabilmente contaminate dalla politica dei partiti e fanno uscire allo scoperto il peccato originale, ovvero le simpatie e le appartenenze politiche di provenienza.

Facile in questa fase di campagna acquisti è la spinta allo schierarsi, se pur con le dovute scusanti e giustificazioni personali, con questo o con quello in funzione di schieramento di provenienza politica.

La fase rivoluzionaria muore nel momento in cui si comincia a far politica di sistema e nel momento in cui si cominciano a fare compromessi politici ed ideologici rispetto ai moti, agli ideali ed alle esigenze iniziali.

Condivisibile l’impostazione “rivoluzionaria” di Beppe Grillo che cerca di portare avanti l’idea del “fuori tutti” conscio che il movimento non può e non deve scendere a patti col sistema. Nessun patto e nessuna commistione, sia pure per eleggere un presidente di un ramo del parlamento.


Comprensibile e condivisibile l’idea di Grillo del “voi fate i vostri giochi” noi vi votiamo di volta in volta secondo le compatibilità con il nostro programma dal di fuori del sistema politico.

A causa di ciò che sta avvenendo e con l’emergere delle varie anime politiche del M5s si andrà verso l’ennesima delusione per l’elettorato che lo ha votato e che chiedeva la rottura col passato ed aspirava a radicali cambiamenti anti casta.

Di contro il Palazzo sta attuando un “mimetismo batesiano” al fine di sopravvivere e battere lo stesso movimento con le sue stesse armi anche se di facciata, vedi le elezioni dei due presidenti della Camera e del Senato. 

In una fase rivoluzionaria la prima risposta del sistema è “siamo tutti rivoluzionari”!

Riuscirà Grillo ed i suoi a mantenere la barra dritta per riuscire a navigare in questo mare ? Riuscirà a far capire al suo movimento che o si ottiene tutto o non si ottiene niente ?

Stando alla storia le rivoluzioni finiscono e si impantanano quando i loro componenti entrano nelle istituzioni ed in esse lentamente sprofondano, perdendo la loro spinta iniziale ed i loro ideali fondanti.

Grillo si sta giocando tutto in questa prima fase, se dovesse perdere la sua poliedrica spinta antisistema contemporaneamente perderà la sua base che, mestamente e disillusa, tornerà alle varie ideologie di origine e perderà gran parte del suo consenso con le prossime elezioni.

I prossimi giorni ci diranno da che parte sta andando il Movimento 5 Stelle e se potrà mai avere un futuro che possa rispettare le sue spinte originali.

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