I
dubbi e le perplessità sollevate subito dopo le elezioni cominciano a
concretizzarsi.
Il M5s
nasce con mille anime e con una vocazione evidentemente “rivoluzionaria”, al
suo interno però albergano mille posizioni politiche, dall’estrema destra all’estrema
sinistra, raccogliendo sotto lo stesso tetto diverse spinte popolari e
populistiche.
Era
evidente ed alquanto scontata la difficoltà da parte di Grillo di poter riuscire
a tenere assieme tutte queste anime mantenendo le varie spinte politiche in un’unica
grande sfera “rivoluzionaria” e pacifica. La tanto voluta rivoluzione di Grillo
che doveva, dall’esterno, dare la famosa spallata al sistema, ormai
profondamente corrotto ed inaffidabile, deve fare adesso i conti col “Palazzo”.
I
movimenti che esprimono esigenze popolari e rivoluzionarie funzionano ed hanno
motivo di esistere finchè si collocano all’esterno del sistema e lo combattono
senza alcuna commistione col potere istituzionalmente insediato.
All’interno
del palazzo le varie anime vengono inevitabilmente contaminate dalla politica
dei partiti e fanno uscire allo scoperto il peccato originale, ovvero le
simpatie e le appartenenze politiche di provenienza.
Facile
in questa fase di campagna acquisti è la spinta allo schierarsi, se pur con le
dovute scusanti e giustificazioni personali, con questo o con quello in
funzione di schieramento di provenienza politica.
La
fase rivoluzionaria muore nel momento in cui si comincia a far politica di
sistema e nel momento in cui si cominciano a fare compromessi politici ed
ideologici rispetto ai moti, agli ideali ed alle esigenze iniziali.
Condivisibile
l’impostazione “rivoluzionaria” di Beppe Grillo che cerca di portare avanti l’idea
del “fuori tutti” conscio che il movimento non può e non deve scendere a patti
col sistema. Nessun patto e nessuna commistione, sia pure per eleggere un presidente
di un ramo del parlamento.
Comprensibile
e condivisibile l’idea di Grillo del “voi fate i vostri giochi” noi vi votiamo
di volta in volta secondo le compatibilità con il nostro programma dal di fuori
del sistema politico.
A
causa di ciò che sta avvenendo e con l’emergere delle varie anime politiche del
M5s si andrà verso l’ennesima delusione per l’elettorato che lo ha votato e che
chiedeva la rottura col passato ed aspirava a radicali cambiamenti anti casta.
Di
contro il Palazzo sta attuando un “mimetismo batesiano” al fine di sopravvivere
e battere lo stesso movimento con le sue stesse armi anche se di facciata, vedi
le elezioni dei due presidenti della Camera e del Senato.
In una fase rivoluzionaria la prima risposta del sistema è “siamo tutti rivoluzionari”!
In una fase rivoluzionaria la prima risposta del sistema è “siamo tutti rivoluzionari”!
Riuscirà
Grillo ed i suoi a mantenere la barra dritta per riuscire a navigare in questo
mare ? Riuscirà a far capire al suo movimento che o si ottiene tutto o non si ottiene niente ?
Stando
alla storia le rivoluzioni finiscono e si impantanano quando i loro componenti entrano
nelle istituzioni ed in esse lentamente sprofondano, perdendo la loro spinta iniziale ed i loro
ideali fondanti.
Grillo
si sta giocando tutto in questa prima fase, se dovesse perdere la sua
poliedrica spinta antisistema contemporaneamente perderà la sua base che,
mestamente e disillusa, tornerà alle varie ideologie di origine e perderà gran parte del suo
consenso con le prossime elezioni.
I
prossimi giorni ci diranno da che parte sta andando il Movimento 5 Stelle e se
potrà mai avere un futuro che possa rispettare le sue spinte originali.
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