lunedì 18 marzo 2013

L'EUROPA ESPROPRIA I CIPRIOTI




Un atto di enorme gravità sta per essere perpetrato nei confronti della popolazione Cipriota con la richiesta della UE di un vero e proprio esproprio di stato chiamato eufemisticamente prelievo forzoso.

l’Ue e l’FMI hanno deciso che la strada da seguire per stabilizzare la crisi del debito cipriota è quella di far imporre una tassa “una tantum” sui risparmi e i patrimoni della gente. Una rapina senza precedenti nella regione.

Questo attacco ai risparmi ed alla proprietà privata va a ledere i diritti di quella popolazione che improvvisamente vede calpestate leggi e diritti inalienabili di ogni cittadino europeo.

Sembra anche che questa nuova politica di esproprio nei confronti di popolazioni di paesi membri sia stata volutamente testata a Cipro per valutare il possibile impatto di tali provvedimenti sia a livello interno sia nei confronti di investitori esteri presenti sul territorio cipriota.

L’impatto di tali provvedimenti possono rapidamente degenerare in veri e propri sollevamenti popolari.

Qui riporto un estratto dell’editoriale tratto dal sito wallstreetitalia.com :

 Eccolo il ‘new deal’ in salsa europea. Testare la capacità di sopportazione dei ciprioti (e dei russi che hanno depositi ingenti nell’isola) nel nome della messa in ordine dei conti. Sempre nella speranza che lo scontento e rabbia della gente non sfoci in guerre civili. In particolare da noi – come già visto su queste pagine – i rischi ci sono, eccome.

A prescindere dal pericolo di effetto domino, la manovra di Nicosia interessa da vicino anche gli stranieri: nessun risparmiatore sano di mente continuerà a conservare i suoi soldi in un sistema bancario all’estero che ha appena imposto un prelievo forzoso del 10% senza preavviso.

Nel luglio del 1992 fu effettuata una simile manovra in Italia con un prelievo forzato dello 0,6 per mille dai conti correnti con più di un milione di lire, entità di prelievo 10 volte minore di quello che si sta andando a praticare a Cipro.
Si apre in questo modo un precedente nella zona euro esportabile in altri paesi dell’unione.

In Italia un provvedimento del genere sarebbe come buttare benzina sul fuoco in un momento socio politico molto particolare.


Tratto da Italia.com :

Ecco, una guerra civile essenzialmente è paragonabile ad un incendio dove il combustibile sono le tensioni politiche, sociali, religiose o etniche presenti in un dato stato, il comburente è la situazione economica che può dar fiato a queste tensioni e la scintilla è un grave evento più o meno inaspettato che fa esplodere tutte le tensioni esistenti.

Nel caso dell’Italia, il comburente è la situazione economica, che come tutti sappiamo è molto grave con una disoccupazione in continua crescita, la recessione che non accenna a fermarsi, l’eccessiva pressione fiscale, 140 miliardi di euro di debiti verso le imprese non pagati da parte dello Stato, il debito pubblico che continua ad incrementare.

E tutti questi fattori economici, sopra descritti, sono tutte condizioni che anche nella Storia recente sono state alla base di rivoluzioni, colpi di stato e guerre civili. Un esempio tra quelli più famosi è la Rivoluzione Francese scoppiata a seguito di una fortissima crisi economica e all’aumento delle tasse.

Sembra proprio che la classe politica italiana non riesca a comprendere in che ginepraio stanno portando il nostro paese senza riuscire minimamente a capire i rischi che si potranno correre continuando a non vedere l'attuale situazione interna e lo sdegno e l'esasperazione montante del popolo Italiano.

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